Episodio VIII: la recensione spoilerosa

Dopo due anni di attesa, finalmente abbiamo visto il sequel di Il Risveglio della Forza (la cui recensione potete leggere qui). Finalmente sappiamo qualcosa di più sui personaggi e sulle situazioni che il film precedente ha posto come basi per questa nuova trilogia. Il film ha polarizzato l’audience più di quanto non abbiano fatto il capitolo precedente o Rogue One (recensione a questo link): c’è chi lo considera un capolavoro assoluto e si è sperticato in lodi esagerate e chi, al contrario, ne parla come se fosse la cosa peggiore mai realizzata per il franchise. Per motivi che capirete leggendo questa recensione, io non credo che questo sia un caso e vedo questa estremizzazione delle opinioni riguardo questa pellicola come decisamente ironica. Ma andiamo con ordine.

La locandina del film

Naturalmente, come scritto nel titolo, questa recensione contiene tutti gli spoiler possibili e immaginabili quindi la sua lettura è fortemente sconsigliata a chi non abbia visto il film. More after the jump (in hyperspace, of course).

La storia
Molto brevemente: scopriamo che Poe Dameron è una testa calda e che vuole fare di testa sua, disobbedendo agli ordini di Leia. Finn non è da meno e, insieme a lui e a una tecnica orientale, passano l’intero film a mettere in discussione l’autorità di chiunque e a fare piani che, invariabilmente, non solo falliscono ma peggiorano radicalmente le cose per la Resistenza. Come, alla fine del film, i tre non vengano fucilati è sinceramente un mistero. Nel frattempo, Rey è su Ahch-To, il pianeta in cui Luke si è rifugiato, mondo sul quale, secondo le antiche leggende, è stato eretto il primo Tempio Jedi. Luke si rifiuta di addestrare Rey fino a che alcuni eventi non lo convincono del contrario ma, la realtà pura e semplice, è che Rey non ha bisogno di essere addestrata. Il vecchio Maestro Jedi si è ritirato per motivi che appaiono molto “fuori personaggio”: avendo sentito un’oscurità più grande di quelle dei vecchi Signori dei Sith, Luke si spaventa e per un attimo pensa di uccidere Ben Solo nel sonno. Questi se ne accorge e lo attacca e poi distrugge quanto rimane del nuovo Ordine Jedi (presumibilmente, con l’aiuto dei suoi “Cavalieri di Ren” che però, curiosamente, in questo film non compaiono né vengono mai nominati). Luke fugge, sentendosi responsabile, in un atto che sembra quasi di pura codardia, molto atipico per tutto ciò che noi abbiamo imparato dell’eroe della Guerra Civile Galattica. La sua logica è che finché ci saranno Jedi prima o poi ci saranno quelli che, caduti vittima del Lato Oscuro, porteranno distruzione nella galassia, quindi è tempo che sia gli uni che gli altri svaniscano nelle nebbie del tempo e lascino in pace l’universo.

Luke Skywalker

Alla fine, dopo un paio di lezioni poco fruttuose e alcune strane discussioni filosofiche (compresa una comparsata di Yoda) frustrata, Rey decide di partire (come Luke partì da Dagobah) e di consegnarsi a Kylo Ren, con cui è stata in contatto telepatico per giorni, convinta di poterlo redimere. Kylo, dal canto suo, è convinto di poterla portare al Lato Oscuro ma, al contrario di Palpatine, Snoke non è interessato a convertirla ma solo a torturarla e ucciderla. In un momento tra i più criticati della storia del cinema (ma, a mio parere, inaspettato, geniale e giocato in modo intelligente) Kylo uccide Snoke e prende il suo posto a capo del Primo Ordine. Rey, convinta che lui abbia agito per unirsi alla Resistenza, rimane profondamente delusa. I due si scontrano e nella battaglia distruggono la spada laser di Luke. Alla fine, dopo un piano eccessivamente complicato, tutta la Resistenza rimasta si ritrova sulla base segreta dell’antica Alleanza Ribelle su un pianeta ma – proprio a causa delle azioni di Poe, Finn e quell’altro personaggio inutile e irritante – vengono inseguiti e attaccati. Luke, finalmente, decide di comparire per dare tempo ai nostri eroi di scappare e affrontare nuovamente Kylo Ren, ma si tratta di uno specchietto per le allodole poiché è solo la sua immagine mentale: il Maestro Jedi è ancora nel Tempio. Rey usa la Forza come nessun force-user, soprattutto non addestrato, abbia mai fatto nella storia della galassia, i nostri scappano e si mettono in salvo cercando di riorganizzare una resistenza attiva contro il Primo Ordine e Luke, ormai convinto di aver passato la fiamma sacra a una nuova generazione (e, probabilmente, dopo essersi perdonato per il suo fallimento con Ben Solo) decide di lasciarsi andare e disperdersi nella Forza Vivente, come Qui-Gon, Obi-Wan e Yoda prima di lui. Titoli di coda.

I personaggi

Rey

Rey
Il personaggio di Rey è sicuramente, insieme a quello di Kylo Ren, il più interessante di questa nuova saga. Non si tratta di un clone di Luke o di Anakin, sebbene Il Risveglio della Forza abbia fortemente preso in prestito immagini e situazioni dai film precedenti, ma di qualcosa di completamente nuovo. Non è intimidita e priva di eperienza come Luke, non ha le profonde paure e le limitazioni di Anakin, ma non è nemmeno una sorta di robot privo di emozioni come i vecchi Maestri Jedi. È forte, attiva, impavida, coraggiosa e mostra chiaramente delle forti passioni e delle profonde emozioni, tutte cose che verrebbero scoraggiate dalla dottrina Jedi. La sua istintiva capacità di usare la Forza senza addestramento ha fatto storcere il naso a molti fan, ma io sono convinto che sia una cosa voluta e parte integrante della trama di quello che sarà Episodio IX. Vedremo più avanti il perché. Nel complesso, è forse l’unico personaggio del film che porta avanti davvero la storia e aggancia lo spettatore dall’inizio alla fine.

Kylo Ren

Kylo Ren
Senza alcun dubbio, il personaggio più diverso e originale della trilogia. E sono molto contento di aver scritto la stessa cosa due anni fa, quando tutti sembravano essere impegnati a prendere in giro il suo naso o cose del genere. Kylo è un personaggio perfettamente speculare a quello di Rey. Anche lui è travolto da passioni ed emozioni, spesso si lascia andare alla frustrazione, ma è anche capace di comprendere e di provare empatia – come possiamo vedere in alcuni scambi telepatici tra i due protagonisti (sì, dai, sono i due protagonisti… gli altri personaggi potevano anche starsene tutto il tempo su un’astronave a giocare a Sabbac, per quanto mi riguarda). Kylo non è un Sith (i Sith sono estinti alla fine di EPVI) così come Rey non è un Jedi (“L’Ultimo Jedi” del titolo, come avrebbe dovuto essere tradotto dall’inglese, è ovviamente Luke). E questo non è un dettaglio da poco, come vedremo.

Luke Skywalker

Luke Skywalker
La gestione del personaggio di Luke è, a mio parere, uno dei veri problemi di questa pellicola. Come accennato qui sopra, le sue motivazioni e le sue azioni appaiono decisamente fuori carattere. Luke è sempre stato in grado di vedere la scintilla di luce nelle tenebre, è colui che si è consegnato a Vader convinto di poterlo redimere (e aveva ragione!). Il fatto di pensare di uccidere un suo allievo nel sonno è qualcosa di inconcepibile per una figura come quella di Luke. Così come è decisamente strana la sua decisione di andarsene e di non voler più saper nulla di quanto accade ai suoi amici, a sua sorella, alle sorti della galassia. Nel film si capisce molto chiaramente che il suo isolamento è dovuto al rimorso, al senso di colpa, al dolore derivato dal suo fallimento… Ma questa vile scelta è proprio ciò che Luke avrebbe seguito? Tutto ciò che sappiamo del personaggio basandoci sulla trilogia originale ci dice il contrario. E le sue motivazioni riguardo all’addestramento di Rey non sono mai molto chiare, né è chiaro il perché alla fine decida di morire. Francamente, dubito che questi dettagli ci verranno spiegati nel prossimo capitolo, poiché la carne al fuoco è troppa. Forse ci saranno dettagli nell’Expanded Universe ma questa non è mai una scelta molto saggia. Affidare la spiegazione dei tuoi errori di sceneggiatura a romanzi o fumetti è ciò che faceva Lucas e di certo la Disney non ha bisogno di questo. In generale, sono rimasto piuttosto deluso dallo scarso utilizzo di questo personaggio nel film, così come sono rimasto molto deluso dal fatto che non ci sia stata nemmeno una singola, breve scena di reunion dei tre eroi della trilogia originale (naturalmente, nel capitolo scorso, prima della morte di Han), cosa che tutti i fan aspettavano con ansia.

Poe & Finn

Tutti gli altri personaggi
A parte qualche dettaglio qua e là, tutti gli altri personaggi del film appaiono come letteralmente inutili. Nulla di ciò che fanno è interessante o eccitante. Il piano di Poe, Finn e comecacchiosichiama è ridicolo, viene gestito in modo talmente maldestro da far ricordare le parti peggiori di L’Attacco dei Cloni e non porta assolutamente a nulla. L’unica eccezione è Leia che finalmente “usa la Forza” in una scena che avrebbe potuto essere realizzata meglio ma che, a mio modesto parere, è assolutamente ragionevole. In bilico tra la vita e la morte, il sangue Skywalker prende il sopravvento e la salva quasi suo malgrado. Probabilmente lei nemmeno ricorda quanto è successo. Il fatto che una scena del genere sia stata tanto criticata mi pare assurdo, considerato quanto altro ci sarebbe da dire in negativo sul film. Tutta la sequenza del “Casino” o del Master Codebreaker è inconcludente, ridicola, illogica, assurda e, in ultima analisi, controproducente per tutte le persone coinvolte. La mia critica principale al film è che in questa pellicola gli eroi non causano gli eventi, non portano avanti la trama, non sono una forza attiva e positiva… Ma subiscono gli eventi e cercano di adattarsi alle situazioni. La storia non va avanti a causa loro, la storia accade ai personaggi o procede malgrado le loro azioni, come una pessima avventura pilotata di un master inesperto in un Gioco di Ruolo. E visto quanto fatto in EPVII e, soprattutto, in Rogue One devo dire che questo mi ha stupito e deluso moltissimo.

I temi
Ci sono alcuni temi ricorrenti nel film che mi paiono alquanto evidenti e che forse è bene sottolineare.

Poe Dameron

I giovani sbagliano tutto
Ogni volta che i personaggi elaborano un piano, il loro progetto fallisce perché si sbagliano. Non vedono il “disegno più grande”, non danno fiducia ai capi, all’autorità e alle figure di riferimento, non comunicano tra di loro. Agiscono quasi puramente sulla base di un istinto che li porta costantemente, per tutta la durata del film, alla rovina e a peggiorare le cose. Nulla di quanto viene pianificato funziona. Questo è un bel ribaltamento di prospettiva rispetto al classico schema narrativo hollywoodiano, dove in genere c’è una figura autoritaria rigida e un giovane ribelle che capisce davvero la situazione e decide di agire comunque, di sfidare la catena gerarchica e di rischiare in prima persona, salvando in ultima analisi la pelle a tutti. Qui è esattamente il contrario e le reazioni dei giovani vengono spesso motivate dall’incapacità dei personaggi più anziani e potenti di comunicare e di fidarsi (se il personaggio di Laura Dern avesse semplicemente spiegato il piano a Poe Dameron, non sarebbe capitato nulla e tutti sarebbero al sicuro sul pianeta).
Io non credo che questo tema sia casuale e non penso si tratti solo di “in questo capitolo sbagliano e imparano, nel prossimo saranno più saggi”, sebbene certamente questo possa essere uno degli elementi. Credo che ci sia di più e che sia qualcosa che è penetrato nella trama come commento a ciò che vediamo nel mondo reale: nuove generazioni che credono fermamente nel ribaltamento di ogni struttura gerarchica senza però avere né l’esperienza né la saggezza necessarie per rimpiazzare quelle strutture con qualcosa di nuovo e migliore. Non voglio andare oltre o fare esempi concreti: penso che ognuno di noi possa farsi venire in mente diversi casi che rispondono alla definizione. Per contro, abbiamo una classe dominante che tratta i giovani con condiscendenza e paternalismo (atteggiamento che non può far altro che amplificare la reazione). Tutto ciò risulta evidente in Gli Ultimi Jedi al punto da diventare sinceramente irritante e frustrante. Quando ti rendi conto, in una space opera-fantasy che l’assenza dei protagonisti avrebbe portato a risultati migliori, generalmente, non è mai una cosa molto soddisfacente.

Star Wars Rebels

La Forza non è quella che pensate voi
E qui arriviamo al punto focale, a mio parere, di tutta la nuova trilogia. La Disney, da sempre, segue una strategia narrativa che tende a mettere dei semi nelle varie opere di una saga per preparare il terreno a qualche grande rivelazione. Lo abbiamo visto ampiamente nel Marvel Cinematic Universe e ora lo stiamo vedendo in Star Wars. Per capire cosa intendo dovremo fare una (spero) breve digressione.
Inizialmente, Lucas vedeva la Forza come un’unico campo energetico vivente diviso, dal punto di vista dell’esperienza umana, in due aspetti, il Lato Luminoso e il Lato Oscuro. La compassione è propria di chi vive nella luce, l’egoismo di chi vive nelle tenebre. Ma tutto questo veniva raccontato da una “terza parte” neutrale, una zona grigia che osservava tutto e registrava gli eventi… i Whill. Il Journal dei Whill è la fonte originaria da cui viene estratta la profezia di Anakin, un Jedi che distruggerà i Sith e porterà equilibrio nella Forza, ma dalla stessa fonte deriva anche un’altra profezia che, sempre a mio parere, costituisce il tema di questa trilogia e sarà evidente nel prossimo capitolo della saga. Una profezia che dice:

“First comes the day
Then comes the night.
After the darkness
Shines through the light.
The difference, they say,
Is only made right
By the resolving of gray
Through refined Jedi sight.”

(“Journal of the Whills” – 7:477)

Cioè:

“Prima viene il giorno
Poi viene la notte.”

Un riferimento alla nascita dell’Ordine dei Jedi, seguaci del Lato Chiaro, e del conseguente scisma che porta alla creazione dell’Ordine dei Sith, seguaci del Lato Oscuro.

“Dopo le tenebre
Penetra la luce.”

Dopo la vittoria dell’Impero, c’è una nuova speranza nella figura di Luke Skywalker. Questi quattro versi descrivono perfettamente tutto ciò che accade da EPI a EPVI. Ma ora arriva la parte davvero interessante.

La differenza, si dice,
Si può riconciliare solamente
con la trasformazione del grigio
Attraverso una visione Jedi ridefinita.

Ciò che i Whill ci dicono è che la divisione tra Lato Chiaro e Lato Oscuro non verrà mai risolta fintanto che esistono due posizioni polarizzate e opposte, due visioni della Forza parziali e miopi, e che solo la riunione in un’unica filosofia “grigia” potrà portare davvero equilibrio.

Chirrut

Pensate che sia un po’ tirata? Pensate che i Whill non siano Canon? Non lo erano con la gestione Lucasfilm, quando George decise di eliminarli e di mantenere solo una visione dualistica della Forza… Ma la Disney ha recuperato queste idee e ha inserito suggerimenti, indizi e piccoli semi qua e là in ogni opera della saga fatta dall’acquisizione a oggi. Yoda incontra i Whill in Star Wars Rebels. Kanan Jarrus, il Jedi della serie animata, incontra un antichissimo Bendu del lato grigio che si prende gioco della visione dualistica di Sith e Jedi che parlano di Ashla e Bogan, il Lato Chiaro e il Lato Oscuro. Nella serie di fumetti Star Wars: Dawn of the Jedi vediamo i primi “Je’daii” sul pianeta Tython, un mondo con due lune, una luna sempre illuminata (Ashla) e una sempre in ombra (Bogan). Quando uno dei Force-user si trova troppo sbilanciato (come sarebbe un Jedi) verso il Lato Luminoso, viene mandato su Bogan a meditare e a ritrovare l’equilibrio, e la stessa cosa capita a chi si lascia sedurre dal Lato Oscuro, spedito immantinente su Ashla per ritrovare un bilanciamento tra i due estremi. Detto per inciso: questa necessità di essere in equilibro tra due estremi opposti è alla base di qualsiasi dottrina esoterica occidentale e mediorientale, ed esistono precisi rituali – nella magia cerimoniale – che servono proprio a questo scopo, come quello del Pilastro Mediano

E chi incontriamo in Rogue One? Chirrut Îmwe e Baze Malbus, sul pianeta Jedha… due Guardiani dei Whill, seguaci della Forza più antichi dei Jedi che non condividono la visione né di questi né dei Sith, ma sono i protettori di una terza via mediana e grigia.

E secondo voi, tutti questi indizi sono stati inseriti a caso nel nuovo canone Disney? Io credo proprio di no. E credo che tutto il dialogo tra Rey e Kylo Ren in questo film, nonché la prematura dipartita di Snoke – ultimo inutile fossile di un’era dualistica passata – vadano nella stessa direzione. Ecco perché Luke si lascia andare, ecco perché Rey può usare la Forza in quel modo. Perché la visione della Forza dei Jedi non è “la verità”, è la loro autoimposta limitazione all’utilizzo di un potere insito in ognuno di noi e che è istintivo, potente, naturale e vitale. E l’ultima sequenza di Gli Ultimi Jedi conferma ulteriormente questa conclusione: un ragazzino attira a sé una ramazza con il potere della sua mente e si ferma a guardare, sognante, le stelle. I Jedi avevano bisogno di decenni di addestramento perché erano convinti di aver bisogno di decenni di addestramento. Rey non condivide queste limitanti convinzioni quindi accede alla Forza in maniera diretta, non tramite il filtro filosofico di una qualche dottrina. E Kylo Ren ha esattamente la stessa capacità, sebbene ne sia molto più spaventato. È proprio questo Il Risveglio della Forza. Il tempo dei Jedi e dei Sith è finito e ora il Lato Grigio può portare nuovamente equilibrio e prosperità nella galassia…

Il "Casino"

Punti di forza e punti deboli
La cosa brutta di questo film è che le due liste, in gran parte, si sovrappongono. Tutti gli elementi che, pensandoci, mi sono piaciuti maggiormente sono anche quelli che, ahimé, mi hanno fatto storcere il naso. Leia che usa la Forza? Mi è piaciuto, ma è stato realizzato in modo decisamente maldestro. Snoke che viene ucciso senza tante cerimonie? Bellissimo e inaspettato ma… E tutto l’hype su chi fosse veramente, dov’è finito? Chi è Snoke? Come è giunto al potere? Da dove viene? Qual è la sua storia e quali sono i suoi scopi? Non lo sapremo mai…
Il fatto che i genitori di Rey siano due semplici abitanti di Jakku (sempre che Kylo Ren non le abbia mentito per manipolarla) è una cosa bellissima: finalmente usciamo dallo schema del viaggio dell’eroe predestinato, del Prescelto! E il sangue Skywalker non è certo l’unico potente nella Forza nell’intera galassia! Ma allora, anche qui, tutto il casino riguardante la discendenza di Rey che è stato montato ad arte dalla Disney e fomentato dai fan? Insomma… a mio parere la storia è bella, diversa e interessante. La sua realizzazione, come hanno deciso di raccontarcela, decisamente no. Troppo dispersiva, troppe lungaggini inutili, troppe scene d’azione che non portano da nessuna parte e forse un po’ troppo comic relief.

Siamo comunque lontani anni luce (o almeno dodici parsec) da quella sorta di immensa cloaca a cielo aperto ricca di sostanze di rifiuto organiche che chiamano prequel. Quelli che continuano a parlare della sacralità della visione di Lucas e del fatto che la Disney è solo una megacorp che cerca profitti dovrebbero riguardarsi l’inizio di EpIII e poi magari cercare di spiegarmelo. Confermo la mia gioia per il fatto che Lucas non abbia avuto nulla a che fare con questi film e il mio entusiasmo nella gestione Disney, sebbene questo capitolo abbia decisamente molti più problemi di sceneggiatura e di struttura rispetto a EPVII o al bellissimo Rogue One.

Leia

Conclusioni
Insomma, alla fin fine, Gli Ultimi Jedi mi è piaciuto? La risposta è ni. Trovo che la linea narrativa di base sia interessante e innovativa, ma che la realizzazione sia grossolana e ricca di errori. Eravamo tutti preoccupati, alla fine di EPVII, di vedere un sequel-clone di L’Impero Colpisce Ancora e questo non è avvenuto. Questa storia è decisamente diversa… Diversa da qualsiasi cosa abbiamo visto finora nel franchise, e questa è una cosa buona – almeno a mio modo di vedere. Tanto, qualsiasi cosa esca con il titolo Star Wars verrà criticata in modo incongruente. Se cercheranno di ripetere gli schemi dei film precedenti, verranno criticati perché stanno copiando. Se tenteranno strade nuove, verranno criticati perché quello non è Star Wars. Quindi, tanto vale che facciano ciò che pare a loro e diano libero sfogo alle proprie capacità creative. Rogue One e EPVIII sono la riprova concreta che la Disney non ha paura a battere strade nuove e non ha l’ossessione di ripetere pedissequamente gli schemi narrativi stabiliti dai film precedenti, e questo è un bene. Purtroppo, quando si battono strade nuove, a volte si arriva in posti gradevoli e altre volte si finisce per scivolare in qualche posto malsano, come la Gora dell’Eterno Fetore. Diciamo che EPVIII avrebbe potuto essere molto, molto meglio di così. Ma diciamo anche che avrebbe potuto essere molto peggio. Tipo, avrebbe potuto essere un film di Lucas.

Non ci resta che attendere l’anno prossimo per vedere lo spin-off su Han Solo e poi il 2019 per l’ultimo atto della trilogia. Vedremo se avrò avuto ragione con le mie previsioni. A quanto ho capito, JJ Abrams tornerà sulla poltrona del regista per il capitolo finale, cosa che un po’ mi rassicura. Incrociamo le dita e…
Che la Forza sia con voi!

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11 risposte a Episodio VIII: la recensione spoilerosa

  1. Vincenzo ha detto:

    complimenti per questa recensione che dimostra grande equilibrio e che ho letto tutta d’un fiato…
    a differenza tua, io so di non essere molto obiettivo quando giudico Star Wars, in quanto mi faccio rapire dal contesto e dalla passione per la saga e accetto un po’ tutto ciò che mi viene rifilato, anche se ciò non vuol dire che non sia in grado di trovare aspetti più o meno biasimevoli…
    ci vorrebbero più analisi precise e obiettive come la tua, anche se mi rendo conto che non è facile e che non tutti hanno le conoscenze adatte…
    ne ho lette tante in questi giorni, questa forse è una di quelle più complete e oggettive, almeno dal punto di vista dei contenuti e di conoscenza dell’Universo S.W.

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  2. Francesca ha detto:

    Concordo quasi su tutto, a parte sulla scena di Leia. Boh, per me continua a non avere senso, senza contare che avrei colto la palla al balzo per farla uscire di scena vista la morte di Carrie Fisher.

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  3. Luca ha detto:

    Un punto di vista non privo di interesse, anche se viziato da troppe aspettative disattese. Ma non è mica colpa del film se i fan costruiscono castelli di supposizioni sul nulla; meglio l’inaspettato al fanservice, ti pare? A me è particolarmente piaciuta la scelta di rendere Rey una perfetta nessuno, funzionale al messaggio di speranza della nuova trilogia e dallo specifico richiamo nella sequenza che chiude il film (il ragazzino che chiama a se la scopa): è questo il vero risveglio della Forza! Mi sono piaciuti i fallimenti della Resistenza che oltre a fornire un concreto senso di minaccia e pericolo (del tutto assente in Episodio 7) va a svecchiare l’idea guascona dell’eroe infallibile; oggi a cambiare le cose non è il singolo bensì il collettivo. Ancora meglio: è l’idea e la voglia di (nuova) speranza. E poi il messaggio di Yoda a Luke, quel “the greatest teacher, failure is” in relazione fra studente e insegnante che suona come una lucida autocritica alla condotta Jedi. Anakin è esploso a causa della miope imposizione del Consiglio atta a reprimere i sentimenti invece di capirli, accettarli e accoglierli veicolandoli in un’espressione positiva. Mi è sembrato un forte simbolo di rinnovamento in linea all’idea di trilogia fresca e nuova, eppure così pregna dello spirito di Star Wars. Bello e commovente, è tutto ciò che avrei voluto vedere nel film precedente e per questo dissento fortemente dall’ottimismo riposto nel ritorno di Abrams. Episodio 7 sarebbe stato più vitale se lo avessero fatto girare a un morto.

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    • Admin ha detto:

      Ovviamente non sono del tutto d’accordo con te, come penso si possa capire dalla mia recensione, ma certamente anche il tuo è un punto di vista interessante. Grazie per aver letto la recensione!

      P.S.
      Sono stato buttato fuori da WP.Com negli ultimi due giorni per una serie di problemi di sicurezza e disguidi riguardo a un account email e questo è l’unico motivo per cui i tuoi post non sono stati approvati. Come i post di altre persone che però non hanno delirato in merito 🙂

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  4. Luca ha detto:

    Aggiungo che non capisco per quale motivo tu abbia dato tutta questa importanza a Snoke, ponendoti le medesime perplessità che al limite potrebbe porsi un cretinetti come Recchioni. Ci interessa conoscere la sua backstory, consapevoli del fatto che la trilogia parla dell’avvento di una nuova generazione (toh, come le altre due!)? Prima dei tutt’altro che disprezzabili prequel non si sapeva nulla, ma proprio nulla, dell’Imperatore. Questo ha forse compromesso la riuscita del suo ruolo in Episodio 5 e 6? L’Imperatore esiste in funzione della crescita di Darth Vader come Snoke esiste in funzione della maturazione di Kylo Ren. Del resto la Disney, complice il sistematico controllo sulla produzione fumettistica (ben più stretto della concessione in epoca Lucasfilm/Dark Horse), ha già portato al continuo intrecciarsi tra film e Universo Espanso col secondo utile a fornire solidità ai primi, checchè tu sostenga nell’inspiegabile e molto puerile invettiva anti-Lucas. Per dirne una: nel primo arco narrativo by Marvel hanno fornito la precisa e dettagliata spiegazione (con tanto di doppio pov) su due fra i più grossi punti interrogativi intercorsi fra “Una nuova speranza” e “L’impero colpisce ancora”, ovvero come ha fatto Darth Vader a risalire all’identità di Luke e per quale motivo vorrebbe fare le scarpe al suo diretto superiore. Hanno fatto perfino una miniserie che spiega come Phasma è uscita dal compattatore dei rifiuti fino ad arrivare dove la ritroviamo ne Gli Ultimi Jedi, davvero hai la certezza assoluta che non si terranno stretta la figura di Snoke (la cui presenza è più volte citata nella serie regolare dedicata a.. Poe Dameron)? E in questo non c’è proprio niente di male perchè l’arricchimento multimediale della mitologia della saga appartiene al dna di Star Wars fin dai suoi albori. Conosciamo, capiamo e comprendiamo questo, poi potremo anche battere i piedi a terra perchè sotto l’albero abbiamo trovato un bel regalo che tuttavia non corrisponde al giocattolino su cui abbiamo a lungo fantasticato.

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    • Admin ha detto:

      Non vedo cosa ci sia di puerile nell’affermare che Lucas ha distrutto Star Wars. So che c’è gente a cui i prequel sono piaciuti come so che esistono tanti altri casi problematici studiati da Oliver Sacks nei suoi libri.

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  5. Luca ha detto:

    Fatemi capire, per essere presi in considerazione dall’Admin bisogna necessariamente esordire con un bel “concordo quasi su tutto”? Non che la cosa mi stupisca, tutt’altro. Ma almeno la prossima volta specificate nell’articolo che sono esclusivamente presi in considerazione i commenti di chi vi dà ragione anche se non ha niente da dire, così eviteremo di perdere tempo con l’ennesimo fanboy esagitato che ignora ciò su cui vorrebbe pontificare. Ciao!

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    • Admin ha detto:

      Ho spiegato in un commento qui sotto. Dopodiché quel “non che la cosa mi stupisca, tutt’altro” ti ha fatto guadagnare un bel “delete” su qualsiasi tuo prossimo commento futuro. Persino se sarai d’accordo con me su qualcosa. Ciao!

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